Mauro
Vero è un chitarrista elettrico e acustico, cantante, compositore, arrangiatore. Nasce ad Albenga (SV) nel 1961. Inizia lo studio della chitarra a nove anni e si diploma
in chitarra classica presso ilConservatorio di Cuneo.
Insegna da 30 anni chitarra moderna presso istituti musicali in Liguria (Panta Musica(Imperia)), CEPU(Imperia), Music’arte(Ceriale), Pergolesi (Sanremo) e tiene seminari di chitarra
elettrica e improvvisazione.
Suona in diverse formazioni musicali di genere acustico, jazz, rock-blues e pop.
E’ chitarrista ufficiale da due anni all’Antoniano di Bologna in occasione dello Zecchino d’Oro, delG.E.F., Global Education Festival che si tiene al Teatro Ariston di Sanremo.
Ha inciso, in qualità di session-man, una trentina di dischi. Nel 2007 incide il suo primo disco “Itinerari” che raccoglie le sue migliori composizioni.
Nel 2010 incide l’ album La Golondrina ove spicca la sua passione per il canto e la canzone sud-americana.
A gennaio 2012 il suo terzo lavoro discografico La strada di casa dà risalto all’uso delle chitarre acustiche ed elettriche abbinate al suono del Bouzouki e del Liuto, con brani originali per sola chitarra e brani eseguiti con l’ausilio di Marco Fadda alle percussioni e Luciano Susto al basso.
Abbiamo oggi il piacere di averlo in redazione con noi per parlare del suo nuovo album Earth.
1. Parlaci di te e della tua musica chi è Mauro Vero?
Un musicista a 360 gradi. Mi piace suonare “live”, scrivere musica, insegnare, arrangiare, cantare e trasmettere le mie emozioni a chi mi ascolta utilizzando gli strumenti a corda come la chitarra classica, acustica, elettrica, steel guitar, bouzouki e sono da sempre affascinato dal guitar synth. Fino ad ora ho scritto prevalentemente brani strumentali che spaziano dalla musica pop al folk, blues e anche un po’ di jazz, cercando la semplicità nelle melodie e un certa ricchezza armonica.
2. È uscito il tuo nuovo album “Earth” com’è nato il progetto?
Si, l’album è uscito il 19 novembre e tutt’ora sto portando in giro nei piccoli teatri in formazione “one man band” i brani del disco nuovo miscelati con brani tratti dalle canzoni di “Itinerari” del 2007 e “La strada di casa” del 2012. Il progetto, rimasto per alcuni anni nel cassetto, è stato ripreso e rielaborato per dare seguito al disco del 2012 (La strada di casa), anch’esso strumentale, creando un genere “crossover”, che unisce più generi in un mix che in qualche modo rispecchia il mio essere musicista.
3. Nella maggior parte dei tuoi brani è presente un intreccio di vari generi, quali sono le difficoltà che si incontrano in questo approccio compositivo?
Avendo suonato e cantato “cover” per quarant’anni ho assimilato generi diversissimi passando dalla musica classica al rock, dal blues al pop e al jazz; le difficoltà sono solo legate alla poca considerazione che generalmente viene data alla musica strumentale anche se negli ultimi anni, per esempio con il pianoforte, sono
diventati famosi Allevi, Einaudi che
scrivono e suonano musica per il loro strumento.
4. Durante la tua
carriera hai già pubblicato diversi lavori discografici, com’è cambiato il tuo approccio alla musica nel corso degli anni?
Continuo a suonare e cantare “covers” ma parallelamente cerco di farmi spazio come compositore con le evidenti difficoltà legate alla possibilità di fare musica originale nei locali o nelle birrerie. Sicuramente portare in giro la mia musica mi ha dato più sicurezza nei miei mezzi e mi ha reso più completo.
5. Cosa ne pensi della scena musicale italiana?
Se penso che siamo stati gli inventori della Musica, credo che la formazione scolastica avrebbe dovuto dare più importanza alla materia musicale, così come si fa con la matematica o
l’italiano, perché tutto ciò avrebbe creato negli ascoltatori di musica una maggiore consapevolezza e una più facile possibilitàdi discernere la musica stessa. Devo anche però far notare che la bellezza della musica sta in ciò che essa trasmette alle persone e quindi non tutti ricevono da un
brano musicale la stessa sensazione.
6. Cosa ti sentiresti di consigliare attualmente ad un giovane che voglia intraprendere la carriera musicale?
Intanto studiare seriamente uno strumento e comunque imparare a conoscere la musica perché prima o poi ci si dovrà imbattere in questa disciplina anche in forma teorica ed è meglio essere preparati, altrimenti alcune porte si chiuderanno inevitabilmente. Avere la mente molto
aperta ed elastica così da poter scoprire la musica globalmente e poi, se si potrà, fare una scelta più indirizzata verso ciò che più ci piace.
7. Nel tuo ultimo
lavoro hai collaborato con vari artisti, spesso provenienti da varie parti del mondo. Queste collaborazioni hanno contribuito alla tua crescita artistica?
Assolutamente si. Cantare e suonare con Val Coutihno, cantante che vive in Liguria ma che arriva dalBrasile mi ha permesso di interessarmi in maniera più profonda alla musica brasiliana da Jobim aVeloso, da Djavan a Bonfà.
8. In “Earth” è contenuto il brano “Last train home” cover di Pat Metheny, c’è qualche altro artista a cui ti ispiri particolarmente e che è stato importante per la tua formazione musicale?
Metheny lo adoro e lo porto come esempio proprio per la sua capacità di essere compositore, chitarrista straordinario e musicista sempre attivo e innovativo nelle sonorità e nella composizione. Amo moltoSting perché anche lui si è sempre saputo rinnovare anche dopo lo scioglimento dei Police, che ritengo una band che ha saputo portare novità negli anni ’80. Con la chitarra adoro Clapton, Santana e Tommy Emmanuel e Michael Hedges ma non dimentico la musica italiana dei cantautori e le canzoni cosiddette “evergreen”. Mi piace molto la musica sudamericana e Caetano Veloso in particolare.
9. Sei endorser di vari marchi italiani tra cui: Essetpicks, Essecable, M&M liuteria e Santo guitars. Come sono nate queste collaborazioni?
La chitarra classica me la sono fatta costruire da Santo Vruna “Santo Guitars” che vive nell’entroterra di Albenga, precisamente a Salea, zona a pochi chilometri da Imperia dove io risiedo, mentre Matteo Giuliboni di “M&M liuteria” per il bouzouki l’ho conosciuto a Celtica nel 2015, suonando con una band di musica irlandese, i “Tribauta”. Essecable e Essetipicks aziende che ho conosciuto attraverso amici musicisti.
10. Hai progetti per il futuro?
à improntato verso quella direzione. Ho già scritto una quindicina di brani con l’ausilio di autori di testi musicali provenienti dalla mia zona e da Roma e con l’inizio del nuovo anno lavorerò molto intensamente per definire le canzoni in pre-produzione per arrivare poi al lavoro finito in studio di registrazione.